Ci sono voluti 22 lunghi anni per poter rivedere sullo schermo i dinosauri che Steven Spielberg aveva creato nel primo Jurassic Park. 22 anni di attesa per un film che, citando una battuta del film, è “…più grande, più cattivo… più wow!”.
La regia di Jurassic World genera il passaggio di testimone dal maestro e padre delle creature Jurassiche, Spielberg, al novellino Colin Trevorrow. La storia ha come protagonisti il muscoloso ex-marine Owen Grady (Chris Pratt) e la spigolosa dirigente del parco Claire Dearing (Bryce Dallas Howard).
Anche nella storia riportata sul grande schermo sono trascorsi 22 lunghi anni dagli eventi di Jurassic Park e dall’incidente avvenuto allora e si propone come diretto successore della prima pellicola di Spielberg, come a voler cancellare i successivi episodi fallimentari portati avanti fino al 1997, Jurassic Park- Il mondo perduto e Jurassic Park III. A Isla Nublar, al largo di Costarica, questi lunghi anni non sono serviti per fare ammenda, ma hanno permesso la realizzazione del progetto di John Hammond. Il parco dei divertimenti con i dinosauri come attrazioni è ora una realtà che attira orde di visitatori. I dinosauri sono il risultato di esperimenti genetici che servono a mantenere sempre vivi l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico.
Esperimento di maggiore rilievo è quello dovuto alla creazione di un nuovo dinosauro, Indominus rex. Come per la precedente pellicola, l’elemento action del film si attiva nel momento in cui la nuova bestia sfugge ai controlli e diviene una minaccia letale per i 20 mila visitatori di Jurassic World.
L’elemento narrativo è l’aspetto deludente del film; all’appello sono presenti i due bambini messi in pericolo dalla loro stessa curiosità, il macho di turno che in questo capitolo addirittura comunica con i Veloci-Raptor, la classica donna isterica che si trasforma in Rambo e anche l’intramontabile villain, Vincent D’Onofrio, che termina la sua interpretazione divenendo, come da clichè, l’aperitivo di una delle lucertole giganti.
La computer grafica ha dato vita a un film ricco e carico di effetti speciali, che riesce effettivamente a sorprendere lo spettatore anche dopo la comparsa dei vari King Kong e Godzilla degli ultimi tempi.
L’ Indominus rex viene rappresentato come indomita macchina assassina che uccide per puro divertimento, e per poterlo abbattere gli umani ricorrono all’utilizzo di altri dinosauri; I vari Raptor, addestrati come in un circo, il T-Rex, utilizzato come Deus ex machina del film, e infine l’enorme Coccodrillo che sferra il colpo finale all’animale braccato sin dall’inizio.
La pellicola di Trevorrow serve a rispolverare il meraviglioso parco a tema nato dall’immaginazione di Michael Crichton permettendo così di fornire, ai giovani che nel 1992 non hanno potuto apprezzare l’opera di Spielberg e ai nostalgici che ne avevano apprezzato ogni scena, l’occasione di vedere sul grande schermo i bestioni preistorici che ancora riescono a stupire e meravigliare.
Giovanna Montano