L’Arte, non solo a Napoli, si fa in strada… vi proponiamo uno Steet art tour in periferia, tutto da vivere!
Dopo lo Street art Tour nel Centro Storico,oggi vogliamo proporvi uno Street art tour in periferia.
Napoli è di certo una città di croci e delizie. Però, artisticamente parlando, possiamo dire essere diventata un gioiellino a cielo aperto. Camminando per i vicoli e le strade della città, infatti, vi è la possibilità di ammirare delle vere opere d’arte. Graffiti e murales colorano le mura, ognuno con un simbolo e significato ben delineato che spazia dal sacro al profano con l’intenzione e lo scopo preciso di trasmettere un messaggio.
A realizzarli, una grande varietà di artisti più o meno noti. Divenuti importante attrazione per i turisti che, oltre a visitare monumenti e opere di prestigio emblema della storia e cultura partenopea, si cimentano nel percorrere passeggiate e folkloristici tour dedicati (anche) alla scoperta delle opere di street art più originali e significative.
Street art tour in periferia – In quali quartieri andare?
Così accade, spostandoci in periferia, nella zona est di Napoli.
Precisamente a Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. Dure realtà in cui spesso hanno la meglio abbandono, degrado e la convivenza con la criminalità organizzata. Al Parco Merola di Ponticelli, un agglomerato di case grige, si erge il grande dipinto di Jorit intitolato Ael. Tutt’egual song ‘e criature.
Una bambina rom dallo sguardo magnetico e con il viso marcato da segni. Metafora di integrazione in un contesto in cui la diversità non viene facilmente accolta. In basso sono ritratti dei libri utili a trasmettere un ulteriore messaggio nella speranza di vivere in un mondo senza più discriminazioni: la cultura è l’arma più potente.
Sulle altre pareti del medesimo parco vi sono: A pazziell ‘n man ‘e criature” dell’artista toscano ZED1 a sostenere l’importanza del gioco nell’accezione più sana ed ingenua del termine.
Lo trattenemiento de’ piccerille, eseguito da Mattia Campo dall’Orto che interpreta la speranza e promuove la fantasia e creatività dei giovani. Chi è voluto bene nun s’o scorda, di Rosk&Loste che raffigurano due bambini, spensierati, intenti a giocare con un pallone rievocando l’attaccamento del popolo napoletano a questo sport.
A mamm ‘e tutt ‘e mamm, ideato dall’artista La Fille Bertha che, rivisitando la “Madonna della Misericordia” di Piero della Francesca, dipinge una coloratissima madre nell’atto di proteggere i propri due figli.
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Nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, precisamente nelle case popolari del cosiddetto “Bronx”, è possibile osservare tre maxi murales di Jorit. Un ritratto di Diego Armando Maradona, ovvia dedica al popolo napoletano che, considerandolo un eroe del calcio, quasi una figura divinizzata, lo ha eletto a simbolo della città.
Niccolò, ovvero un bambino autistico raffigurato prima in alto con gli occhi ribassati e poi con un sguardo aperto ma sfuggente, con la scritta: “essere umani”. Infine, ultimo in ordine cronologico, un ritratto di Ernesto Che Guevara. Eseguito da Jorit appena tornato a Napoli dopo essere stato arrestato a Betlemme per aver realizzato e dedicato un’opera all’attivista palestinese Ahed Tamimi. La scelta del soggetto sulle mura della periferia napoletana, insieme ad una sua citazione, rievoca la necessità di lottare sempre e comunque contro le ingiustizie.
I murales di Scampia, a Napoli
Anche a Scampia ci sono, anche se non dipinti o murales, alcune scritte degne di nota.
In un quartiere tristemente fin troppo conosciuto per gli episodi che lo hanno contrassegnato. Un luogo in cui, se si ha modo di visitare, aleggiano tutte le sofferenze patite. Ciononostante, alzando gli occhi al cielo, è possibile osservare enormi scritte pregne di speranza, sogni e volontà di riscatto sociale. Così dalle famigerate Vele si legge: “Quando il vento dei soprusi sarà finito, le vele saranno spiegate verso la libertà”.
Oppure, dal muro antistante piazza Giovanni Paolo II: “Quando la felicità non la vedi, cercala dentro”.
Tutte queste grandi opere d’arte urbana risultano espressione di un progetto artistico organizzato, oppure semplice frutto di una protesta sociale o iniziativa personale. Sicuramente rappresentano un grande dono da parte di tutti gli artisti che hanno contribuito a riqualificare determinate aree. Ci insegnano che l’arte e la bellezza salveranno e tingeranno di colori il grigiore del mondo, spesso ingiusto in cui, nostro malgrado siamo costretti a vivere.