La sfilata di Balenciaga nel fango rappresenta un pantano post-apocalittico in cui Demna svincola gli abiti dalle parole e scava nella verità della moda
The Mud Show è il nome della sfilata di Balenciaga nel fango per la primavera/estate 23. Così, in perfetta controtendenza rispetto a un mondo che ha bisogno di etichette, caselle o definizioni per sentirsi al sicuro, per avere certezze sul proprio essere Demna, direttore creativo del brand, da una risposta. Con la collezione primavera estate 2023, ha liquefatto ogni parete e in Balenciaga ha disegnato il coraggio e la persistenza di rincorrere un’identità, tutt’altro che costante, coerente nell’incoerenza, mutevole, fluida, soggetta all’influsso del mondo esterno.
La sfida di cui parliamo è quella di alzarsi e continuare a camminare verso il proprio vero sé dopo essere stati picchiati e mandati al tappeto.
«L’individualismo nella moda è stato declassato agli pseudo-trend dettati dai post della celebrità del momento ma la moda, nel migliore dei casi, non dovrebbe avere bisogno di una storia per essere venduta a qualcuno».
Negli abiti e nei dettagli l’interiorizzazione di una consapevolezza, l’esternazione di uno stato d’animo.
La passerella era un’opera d’arte
La passerella di fango di Balenciaga era un’opera dell’artista spagnolo Santiago Sierra, che ha enfatizzato l’atmosfera già visivamente potente attraverso un profumo ideato da Sissel Toolas e derivato dalla molecola di petrichor capace di evocare l’odore della terra bagnata. Montagne di fango bagnato fiancheggiavano le pareti, ostacolando il viaggio di editor e ospiti—e dei loro stivali in pelle—verso i loro posti a sedere. Viaggio non semplice anche per Ye, che poco dopo ha aperto la sfilata con un’enorme giacca con su scritto campeggiava la scritta “SECURITY”, invitando il cast della collezione a seguirlo.
Molti modelli esibivano tagli e lividi, che portavano il pubblico a chiedersi quale fosse la loro storia, come fossero arrivati fino a qui e dove stessero andando.
“Odio le scatole e odio le etichette e odio essere etichettato e messo in una scatola,” ha scritto Demna nelle note di sfilata. “La società, Internet e il mondo in generale adorano farlo, perché in questo modo ci si sente al sicuro.”
Le borse sono state gli oggetti più interessanti
Un sacchetto di patatine Lays, delle tote piene di ciucci e altre amenità dedicate ai bimbi, la borsa peluche logorata e quella guanto, che si regge sulla spalla ma permette di infilare tutto il braccio nella manica. In mano un iphone, come gesto di normalizzazione e di sovversione. Chi di noi cammina per strada senza muovere le dita sullo schermo? Vittime e carnefici di una dipendenza che, in un’ottica di distorsione di ciò che è reale e ciò che è virtuale, non ci rendiamo conto essere tale.
Il mondo secondo Balenciaga
Ironia e sincerità, moda macchiata di fango: un riflesso di come ci muoviamo nel mondo oggi, ridendo per i meme mentre assistiamo alle atrocità della guerra. Balenciaga by Demna ricorda che, alla fine, puoi farne quello che vuoi. Come ha detto Demna alla fine della sfilata,
“la moda è un’arte visiva e tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che sia vista attraverso gli occhi di qualcuno… nel migliore dei casi, non dovrebbe aver bisogno di una storia per essere venduta a qualcuno. O ti piace, oppure no.”