La realtà di BeReal, con i suoi 53 milioni di download e i selfie senza filtri, sembrerebbe essere la più desiderata del momento. Ma quanto è autentica?
Sta letteralmente spopolando. Tutti ne parlano, tutti lo scaricano. E’ stato acclamato come “l’anti-Instagram”, BeReal ha conquistato la gen Z con la sua promessa di autenticità. La nuova app si propone come un “modo nuovo per scoprire chi sono veramente i tuoi amici nella vita quotidiana”, e con questa promessa ha già superato i 53 milioni di download in tutto il mondo. Un successo incredibile arrivato subito dopo quello di Tik Tok, che tutti riconducono alla proposta realistica della piattaforma.
Ma fermiamoci un attimo: è davvero così? I contenuti sul nuovo social rappresentano davvero la vita quotidiana di chi lo utilizza?
In un’epoca dominata dal detto ‘tristi si, cesse mai‘, BeReal stupisce per la volontà di eliminare due degli elementi più distintivi, e al contempo odiati, delle piattaforme come i filtri e i like.
Come funziona BeReal
BeReal è riuscito a sovvertire il rapporto normale tra utente e piattaforma. L’applicazione, infatti, invia una notifica che chiede di immortalare il momento che si sta vivendo, evitando quindi di utilizzarla quando lo si ritiene opportuno oppure per attirare l’attenzione di altri. Tuttavia, per quanto tutto questo possa sembrarci incredibilmente realistico, anche la realtà di BeReal nasconde scappatoie che permettono di aggirare il desiderio di autenticità. Vediamo insieme come!
In primo luogo è possibile postare il proprio contenuto in ritardo rispetto alla notifica ricevuta, scegliendo semplicemente di rimandare la condivisione. Ovviamente lo stesso vale al contrario: se la notifica arriva in un momento della giornata non particolarmente vivo, potete scegliere di ignorare di “essere reali” e aspettare di pubblicare quando state facendo qualcosa di più interessante. E già questo mette in dubbio la promessa di autenticità del social. Senza considerare che la piattaforma permette anche di cambiare la foto pubblicata nei due minuti di tempo a disposizione degli utenti. Se non vi piacete abbastanza, o se volete condividere qualcosa di più realistico, allora potete farlo, anche se i vostri amici sapranno che lo avete fatto (un compromesso accettabile, diciamoci la verità!).
Content is The King
Sembra quindi che il concetto ‘Content is the king’ sia valido anche per BeReal, facendo si che i fruitori non possano rinunciare alla cura meticolosa dei contenuti. Così, per quanto reali, anche le foto di BeReal sono scattate per essere belle. No ai filtri, ovvio, ma sempre con gli utenti in posa. E’ quindi normale chiedersi: la piattaforma può davvero essere definita autentica? Oppure, contrariamente alla realtà, nasconde bene la ricerca spasmodica di fruizione della realtà? L’ossessione della perfezione, d’altronde, è stata spinta all’estrema potenza dall’invenzione dei social.
L’abbondanza di filtri di bellezza, la diffusione dei contenuti sponsorizzati e il proliferare incontrollato di identità false hanno incentivato la nostra voglia di mostrarci perfetti ai follower. Anche se finti. La promessa di autenticità di BeReal sembrerebbe essere la migliore soluzione possibile a chi cerca di combattere la finzione da social.
Tuttavia, se ci concentriamo a curiosare tra le foto di amici, sarà impossibile non notare che tutte rappresentano una realtà che non è mai vera fino in fondo. Il social, infatti, è pieno di immagini che sembrano rendere bellissimo lavorare al computer per molte ore consecutive oppure mostrano quanto sia divertente indossare il pigiama mangiando cibo spazzatura.