Anche tu ascolti Trap Music? Un viaggio iniziato in America e finito in Europa. Scopriamo insieme perché oggi questa musica è così seguita ed amata.
La Trap Music nasce in America in contesti oscuri e difficoltosi, a cavallo tra la fine degli anni 90 e gli inizi del 2000. Il termine proviene da ‘trap House’ che, tradotto letteralmente, sta a significare ‘casa abbandonata’, oltre a una traduzione dal ‘Trapping’ ovvero ‘spacciare’ in slang americano. Una volta chiarita la nomenclatura e l’origine del genere stesso, non è poi così sconvolgente sapere che questa musica, almeno inizialmente negli anni 2000 era infatti legata fortemente a questi contesti e tematiche forti.Il padre di questo genere, ossia l’Hip Hop, ci aveva abituato, venti anni prima, (tra i vari Doctor Dre, Snoop Dogg, Ice Cube, Tupac e Biggie) ad uno stile musicale aggressivo e forte (proprio come la trap) inventato proprio da loro, il ‘Gangsta Rap’ dal quale poi Tupac si dissociò totalmente.
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La Trap però si differenzia dall Hip Hop in maniera decisa, pur essendo ufficialmente un suo sottogenere. Innanzitutto l’utilizzo marcato di bassi distorti, unito a melodie a tratti ipnotiche, con Sintetizzatori Digitali e le voci che li accompagnano, sono caratterizzate da una metrica e un ritmo lento. Una melodia quasi ipnotica dovuto ad un uso massiccio dell’Autotune, ossia una tecnica digitale che permette di correggere l’intonazione della voce e rendendola a tratti quasi Robotica (usata tantissimo nella scena Rap americana degli ultimi anni). La forma embrionale della Trap music risale al 2002 con il genere ‘Crunk’, creata da Lil Jon & Outside Boyz.
Tutta l’America impazzì all’ascolto di questo nuovo genere così potente e incalzante, a tal punto che arrivò per loro anche un disco di platino. La metamorfosi dal Crunk al Trap ci fu grazie ai successi di Lil Wayne, Kanye West e Jay Z che, in un certo senso, rendevano i testi più accessibili al grande pubblico. Ma credete che la sua scalata finisca qui? Assolutamente no! Dal 2012 in poi tutte le più grandi pop star del pianeta utilizzano la Trap come navigatore per il loro successo. Da quanto riportano i numeri delle statistiche, la scelta non poteva essere migliore.
L’ascesa della Trap Music in Italia.
Katy Perry con Dark Horse arriva a toccare ben 2 miliardi di visualizzazioni e 13 milioni di copie sul mercato, divenendo il secondo singolo più venduto del 2014. Senza escludere Beyonce con Bow Down e Lana del Rey con High by the beach. In Italia arriva ufficialmente nel 2011 grazie a Gue Pequeno con Il ragazzo d’oro, ottenendo un discreto successo. Nulla in confronto a ciò che accadrà alcuni anni dopo con Ghali e la Dark Polo Gang. Quest’ultimi giocano ironicamente sugli stereotipi e trattando temi come la droga, i soldi e la moda. Ghali (insieme al produttore più in voga del momento, Charlie Charles) sta facendo la storia. Basti notare l’incredibile numero di views delle sue hit. Il trapper Italo-tunisino, proprio alcuni giorni fa, ha rilasciato il video di una hit preannunciata grazie allo spot della Vodafone, Cara Italia. E’ l’ultimo tassello in ordine temporale di un’evoluzione musicale che ha fatto storcere il naso a tanti ma che ora è decisamente Trap. Ritroviamo ancora basi ipnotiche e autotune, ma i suoi testi hanno qualcosa da raccontare. La sua vita, tutt’altro che facile, dove povertà e diversità (dovuta alle sue origini tunisine) ha solcato la sua anima, rendendolo forse il miglior artista italiano del momento. Alcune tracce del suo album sono delle vere e proprie perle. Ricchi dentro è una lettera alla sua infanzia e ai suoi genitori, dove appunto manifesta tutta la sua incredulità per questo immenso successo:
“…mamma dai sincera, ti aspettavi tutto questo? Eravam gia Ricchi dentro.”
Ghali racconta ancora delle tante difficoltà che ha dovuto superare in Vida e Milano. In quest’ultima l’artista parla di se stesso, dei cambiamenti riusciti e falliti, fa autocritica e invita a superare gli ostacoli che la vita ci pone dinanzi. Lunga vita alla Trap Musica e, soprattutto, lunga vita a Ghali.
Articolo di
Vincenzo Longobardi