Il Disagio fa parte della vostra vita; avete più mutande della nonna voi che lei; probabilmente avete azzeccato più figuracce che figurine e ‘All by my self’ l’avete pure impostata come suoneria del telefono… ma non potete nemmeno pensare di esordire. La vera Bridget Jones si è portata a letto Patrick Dempsey, voi al massimo Pepp’, il fruttivendolo.
Finalmente, dopo dodici anni dall’uscita del primo film ‘Il diario di Bridget Jones’, arriva l’attesissimo terzo capitolo dedicato ad uno dei personaggi più amati della storia del cinema,Bridget Jones’s Baby’.

Renée Zellweger e Colin Firth riportano sullo schermo le vicissitudini che 12 anni fa hanno incollato allo schermo milioni di spettatori. Ad accompagnarli non più Hugh Grant, ma il bellissimo Patrick Dempsey, new entry di questo capitolo. Sceneggiato a quattro mani da Sharon Maguire e David NichollsBridget Jones’s Baby è tanto prevedibile e innocuo quanto volutamente leggero e dannatamente esilarante. Una commedia romantica in salsa british come da tempo non se ne vedevano, che inizia con un funerale e finisce con un matrimonio, dopo aver seminato nel mezzo una quantità enorme di irriverente comicità, sboccata, cinica e ovviamente femminista. Un film che ha letteralmente messo a tacere le critiche e le ansie dei fan, consacrandosi come il più divertente della saga.
Dopo aver lasciato l’eterno amore Mark Darcy, nel frattempo sposatosi con un’altra donna, Bridget compie i suoi 43 anni nel pieno della solitudine. Per questo cede all’insistenza di una collega e prende parte ad un festival musicale tutto sesso, alcol e rock and roll. Qui, travolta dal tasso alcolemico e dagli ormoni, finisce a letto con un affascinante americano di nome Jack. Una botta e via senza particolari conseguenze, se non fosse che pochi giorni dopo proprio Mr. Darcy rientri nella sua vita, durante un battesimo, con la Jones nuovamente tra le sue braccia.
Qui, per il ciclo MAI UNA GIOIA, la protagonista scoprirà di essere incinta. Ma di chi, di Jack o di Mark?
Si noti come, fondamentalmente, alle spalle di questo prodotto non vi sia alcuna trama originale priva di chissà quali spunti, tuttavia il risultato è straordinario. Non vi sono attimi stancanti, il ritmo non cade mai, le battute sono sempre originali, la comicità presente nell’intera pellicola incantevole.

La commedia vede la Zellweger divisa tra Patrick Dempsey, chiamato a (ri)animare i sentimenti e gli occhi di Bridget, miliardario di fatto, privo di difetti con cui la protagonista ha, fin da subito, un’affinità ‘algoritmica’ ineccepibile. Ora dedicate due minuti alle vostre vite e, seriamente, pensateci: da quando siete single, quanti Patrick Dempsey avete incontrato? Ma, ancora peggio, vi rendete conto con chi siete state? E SU! Dall’altra parte il grande ritorno di Colin Firth nei panni del mitologico Darcy, uomo sempre tutto d’un pezzo, stacanovista, evidentemente invecchiato ma ancora innamorato della pasticciona Bridget. Da ammirare anche la protagonista, quasi irriconoscibile dopo i numerosi interventi di chirurgia, che è ancora una volta impeccabile negli abiti della goffa, volgare, sfortunata e raggiante BridgetRitorni doverosi e assolutamente riusciti quelli di Jim Broadbent, dolce papà di Bridget, e Gemma Jones, mamma bigotta della protagonista. Nel casting la novità assoluta è data dall’inserimento di Emma Thompson, chiamata ad interpretare il ruolo dell’irriverente e glaciale ginecologa. Un personaggio tanto secondario eppure centrale nell’evoluzione della storia e a dir poco fondamentale nel riavviare puntualmente questa gioiosa, nonché inattesa, macchina di ilarità che ha la fortuna di non prendersi mai troppo sul serio.

Bridget Jones’s Baby, come i precedenti film, sforna anche un’eccellente colonna sonora pop che prende vita con l’immancabile ‘All by Myself’.
Leggero, divertente e sorprendente la commedia mostra di saper giocare con la nostalgia dei fan, dedicando alla protagonista assoluta dei disagi un film che resterà impresso nella memoria di molti, fan e non, rendendo Bridget Jones il ritorno cinematografico più riuscito di sempre.

Giovanna Montano