La regina Carlotta è la nuova serie Netflix ideata da Shonda Rimes, primo spin off di Bridgerton. Ma perchè sta riscuotendo tanto successo?

La regina Carlotta - Neomag.

Ancora una volta Netflix si conferma la campionessa indiscussa dei period drama, e anche stavolta ha ottenuto un successo straordinario. Dopo l’amatissima Bridgerton, fiore all’occhiello della piattaforma con la “N” rossa, lo scorso 4 maggio è sbarcata una nuova serie Tv firmata Shonda Rimes, che rimescola i temi, i personaggi e le vicende dell’alta società londinese dello show del 2020, con una diversa sensibilità e una love story non convenzionale.

Sei episodi emozionanti costruiscono il racconto di La regina Carlotta, miniserie prequel che anticipa gli avvenimenti della famiglia nobile dei Bridgerton, regalandoci una meravigliosa fiaba per adulti che vede come protagonisti i sovrani Giorgio e Carlotta.

C’erano una volta…

La trama de La Regina Carlotta è ispirata a fatti realmente accaduti e mette di fronte allo schermo la storia travagliata dell’unione tra i giovanissimi Carlotta di Meclemburgo-Strelitz e re Giorgio III di Inghilterra, uniti nella ricchezza e nel dolore, di cui la serie ci offre un ritratto crudo e dolceamaro.

Ricordato nei manuali come il mad king, il “re pazzo”, Giorgio III era infatti affetto da una probabile “porfiria”, malattia ereditaria che gli causava una forte instabilità psicologica, rappresentata nello show con straordinaria delicatezza e onestà. Violento e instabile, incapace di ricordare le persone che gli sono care, il sovrano, interpretato da Corey Mylchreest, imparerà a lasciarsi amare e accudire dalla giovane Carlotta, che lo protegge e costruisce con lui una lunga vita matrimoniale, fatta di sofferenza e piccoli sprazzi di felicità che, come sappiamo, durerà per oltre 50 anni.

Amore e malattia mentale sono i fili intrecciati che tessono un racconto profondo, sfaccettato e dal sapore malinconico, di due anime che, nonostante le età e le difficoltà della vita, costruiscono giorno per giorno un legame più forte del dolore, capace di donare un nuovo senso alla parola “amare”: la tenerezza e la complicità, la malinconia e la solitudine, sono facce della stessa medaglia e si affrontano in una costante lotta quotidiana in cui l’unico vincitore sarà l’amore.

Giorgio e Carlotta - Neomag.

Differenze con Bridgerton

Nonostante l’appartenenza allo stesso universo narrativo, ci troviamo di fronte a una serie molto distante dalla sua genitrice, che potrebbe deludere le aspettative degli amanti “duri e puri”, dello show principale. Ma niente paura: la cornice è sempre la stessa, quella di una corte sfarzosa e di abiti eleganti, ma che ha abbandonato i colori e l’allegria delle prime stagioni per un’atmosfera più cupa e pacata.

Di Bridgerton rimangono i bei costumi, le scenografie curatissime e gli stilemi del genere young adult, tra intrighi di corte ed esplicite scene di sesso, per non parlare del ritorno di alcuni dei personaggi più importanti come Lady Danbury, Lady Violet Bridgerton e la stessa Carlotta, nelle loro versioni adulte. Ma di quella leggerezza, del romanticismo da soap che ha fatto appassionare i fan di ogni parte del mondo, non c’è più alcuna traccia.

D’altro canto, il cast multietnico continua ad essere una parte fondamentale del progetto di Shondaland, sempre attento a rappresentare su schermo un universo inclusivo capace di adattarsi ad ogni epoca storica, sfidando le regole del tempo. E anche in questo spin-off, il tema dell’inclusione è tutt’altro che marginale.

Cast regina carlotta - Neomag.

Una monarchia multietnica

Interpretata da India Amarteifio, attrice di origini ghanesi, la regina Carlotta è una diciassettenne di nobile stirpe destinata, nel nome del Grande Progetto della Corona britannica, a unire con il suo matrimonio le due comunità, quella bianca e quella afroamericana, sotto il potere della monarchia inglese. Nonostante non esistano delle testimonianze storiche dell’etnia della fanciulla, la serie prende posizione e prosegue nell’intento, già mostrato in Bridgerton, di rappresentare un’utopistica corte popolata da personaggi bianchi, neri o mulatti, in cui non vi è traccia di razzismo e di sentimenti discriminatori.

In La regina Carlotta il colore della pelle diventa un elemento cruciale per rappresentare un microcosmo in cui, nonostante lo sfarzo e la natura conservatrice, l’accoglienza e l’inclusione sono i temi portanti e mettono in luce l’avanzamento sociale di giovani nobili provenienti da culture storicamente bistrattate. In questo senso, le parole di Lady Danbury suonano come un monito della grandezza a cui è destinata la protagonista:

«sei la prima con questo aspetto a salire sul trono, la prima che ci somiglia».