L’omicidio di George Floyd è l’ennesimo caso che mostra come il problema del razzismo sia lontano dall’essere risolto
Nelle ultime ore siamo stati tutti testimoni virtuali delle proteste nate in seguito all’omicidio di George Floyd.
Un uomo nero di 46 anni brutalmente ucciso a Minneapolis, negli Stati Uniti, per mano di tre agenti di polizia bianchi che lo hanno soffocato premendogli un ginocchio sulla gola mentre sussurrava le parole: “I can’t breathe“.Quelle stesse parole, le ultime, sono diventate il simbolo e la voce di una rivoluzione che sta infiammando il Mondo. Dalle testate giornalistiche ai più famosi Brand di moda, tutti si sono uniti al movimento #BlackLivesMatter.
La rivolta per George Floyd
La morte di George Floyd si è inserita in un circuito che, nelle ultime settimane, stava già preoccupando l’America. Poche settimane prima infatti, era diventato virale un altro video che ritraeva un uomo nero disarmato di 25 anni di nome Ahmaud Arbery ucciso da due suprematisti bianchi, un padre e figlio. Due settimane prima, in Texas, una donna di colore, Breonna Taylor è stata uccisa a casa propria, nel sonno, da tre agenti di polizia che hanno sparato alla cieca mentre irrompevano in casa.
Per le strade di Minneapolis e attraverso i social media di tutto il mondo si è cos sollevata una protesta, una dimostrazione di resistenza e solidarietà fin troppo familiare al movimento Black Lives Matter del 2013.
Noi di Neomag abbiamo deciso di non essere indifferenti: chiunque ami la cultura afroamericana, a prescindere dal proprio background etnico, non può né deve svanire nel nulla quando questa stessa cultura è minacciata dalla brutalità della polizia e dalla supremazia bianca. La comunità afroamericana ha bisogno di alleati e, in quanto suoi beneficiari, è nostra responsabilità darle ogni supporto possibile.
Una Cultura prima che un problema razziale
Quella di Floyd è la manifestazione di appartenenza a una cultura, ad una comunità ben definita. Quella che ci ha regalato l’hip hop, il jazz, lo streetwear, gli slang popolari, Michael Jordan, Travis Scott, Virgil Abloh, Beyoncé, Barack Obama, Kobe Bryant e Kanye West.
La stessa comunità che ha avuto un impatto universale sulla moderna cultura pop. Chiunque abbia ascoltato una sola delle canzoni di Beyoncè, abbia goduto degli influssi della cultura Pop, non può e non deve rimanere in silenzio.
Il silenzio unfatti è parte del problema. Aiutare a preservare e proteggere la cultura afroamericana e chiunque ne faccia parte è il modo migliore per mostrare il proprio amore per essa, soprattutto considerando che non sappiamo cosa ancora essa ci può riservare.
La protesta tramite social Media
Anche se siamo a chilometri di distanza e potrebbe sembrare che la voce di chi è estraneo alla cultura statunitense non possa avere un impatto, è importante ricordarsi del potere che hanno i social media.
Usate i vostri social per denunciare al mondo intero queste ingiustizie, perché l’atto stesso del denunciarle può diventare la punizione di tutti i colpevoli. Alcuni potrebbero sostenere che i social media non sono una valida forma di protesta, ma è proprio grazie a questa ondata di social media coverage che, entro 48 ore, tutti i razzisti e i suprematisti bianchi coinvolti hanno perso il proprio lavoro. Piccoli prezzi che i colpevoli hanno pagato per i propri crimini, piccoli passi verso la giustizia per gli omicidi commessi.
Anche se esiste ancora un razzismo palese, a livello sociale e lavorativo, a nessuno piace parlarne o associarvisi. È come un panno sporco che nessuno vuole toccare. Ecco perché ogni tweet, condivisione e dimostrazione di supporto è importante per amplificare il grido d’aiuto delle comunità nere. Tacere o rimanere neutrali pensando che la questione ci sia estranea o che dell’argomento si sia parlato già abbastanza, significa solo trovare una scusa per continuare ad alimentare il fuoco di quella che viene considerata ‘supremazia bianca’.
Rimane importante ricordare che, in quanto alleati ma non membri di quella cultura, non si può presumere nemmeno per un secondo di sapere cosa significa essere neri. Bisogna ascoltare le esperienze degli altri e mostrare il proprio sostegno, non credendosi eroi che salveranno il mondo, ma semplicemente con l’umiltà intellettuale di chi dà un piccolo contributo a una questione ben più vasta.
Questo può essere attraverso la condivisione della storia su Facebook, Twitter, Instagram o donazione al movimento Black Lives Matter.