I Newpolitani non sono neomelodici. Da Pino Daniele a Liberato è la nuova discografia Napoletana
I neomelodici non c’entrano. I Newpolitani sono figli di una nuova era discografica che, a sua volta, attinge a piene mani dal Neapolitan Power al quale aderivano Pino Daniele, i Napoli Centrale e Tullio De Piscopo.
Ma di cosa parliamo esattamente?
Di certo, la musica, in particolar modo il rap, dai Co’ Sang a Clementino hanno sempre ‘ravvivato’ quartieri molto difficili nel napoletano e non solo.
Ma c’è una nuova ondata di rapper (come l’amatissimo Liberato) cantatuori (come Francesco di Bella, Gnut, Tommaso Primo…) e gruppi (come i Foja) la cui espressione musicala è accumunata da alcuni minimi comuni denominatori. La preferenza per il napoletano o per l’italiano dialettale, un background comune che fa capo alla tradizione musicale e lirica partenopea tanto quanto dal folk straniero e dal cantautorato indie. In realtà è difficile descrivere le coordinate musicali di un panorama così vasto ed eterogeneo che trova il suo file rouge in qualcosa di diverso dal sound.
La vera forza è senz’altro l’Unione tra artisti, la voglia di costruire un futuro musicale insieme, unendo le forze.
I musicisti collaborano in collettivi e laboratori, sono spesso sul palco e in studio insieme per featuring, format di musica dal vivo o progetti discografici.
Difatti, molti di loro hanno un pubblico numeroso e trasversale che li segue assiduamente in locali, centri sociali, teatri e piazze con un attaccamento che solitamente è riservato a realtà con una storia di vendite, presenza mediatica e diffusione nazionale ben differente.
Questo ‘movimento musicale’ farebbe forse parte di una generale rivalsa culturale e sociale della città di Napoli?
Al momento non è facile dare un responso univoco e definitivo ma di certo non spiacerebbe sapere che uniti si può davvero andare da qualche parte, magari oltre i confini.
I newpolitani qualche chance ce l’hanno sicuramente!