Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Questa frase del chimico Antoine-Laurent Lavoisier è perfetta per descrivere l’evoluzione (o l’involuzione) del naked dress che ha segnato l’immagine di alcune icone del ‘900 prima e contemporanee ora.

Sicuramente ricorderete il primo modello famoso, indossato da Marilyn Monroe per cantare I wanna be loved by you nell’iconico film A qualcuno piace caldo (1959). Ma quello che noi oggi vogliamo ricordare con voi è il naked dress di Cher, realizzato per lei da Bob Mackie e sfoggiato sul red carpet del Met Gala 1974 – cambiò radicalmente l’idea di questo capo.

Crea la perfetta illusione di un corpo nudo

Bob Mackie è infatti noto per aver lavorato sul desiderio e l’illusione. Due ingredienti indispensabili per l’arte della seduzione, quella non volgare, che già aveva segnato l’immagine di Marilyn Monroe per il compleanno di John Fitzgerald Kennedy (proprio per cantare Happy Birthday Mr. President): dietro a quell’abito luccicante e super sexy c’era sempre l’idea di Bob Mackie.

Partendo da quell’idea che lavora sull’immaginazione, lo stilista disegnò poi l’abito per il Met Gala del 1974 di Cher. Il vestito ricopriva interamente corpo della cantane e lo rivelava grazie alla scelta dei materiali: una base nude, quindi trasparente, completamente ricoperta da cristalli, insieme a paillettes e micro perle. Le piume del vestito hanno invece un ruolo centrale: non solo giocano sull’effetto opaco e trasparente del look ma creano dei volumi che ridefiniscono la silhouette della cantante, come le maniche lunghissime e l’orlo imponente.

Il tributo di Kim Kardashian

41 anni dopo, per il Met Gala del 2015, Kim Kardashian scelse un naked dress di Roberto Cavalli ricoperto da cristalli cuciti su tessuto nude, mentre un maxi strascico di piume bianche segue sul red carpet. Era come assistere ad un dejavu. La stessa Cher dichiarò di esserne compiaciuta.