La Milan Fashion Week 2019 è ormai giunta al termine. Scopriamo i momenti più ‘hot‘ della settimana più fashion dell’anno
E mentre i riflettori si accendono sulle passerelle parigine, la Milano Fashion Week 2019 spegne i suoi. La settimana più fashion dell’anno, dove editor-in-chief, fashion editors, buyers e blogger, siedono tra i front row più accreditati, anche quest’anno ha offerto i suoi momenti più hot. Scopriamoli!
Prada Primavera/Estate 2019
Prada sfila nella hall di Fondazione Prada, ridisegnata dalle geometrie regolari di colorate mattonelle. Così sfila la collezione P/E ’20 di Miuccia Prada. Una collezione, quella proposta dalla designer, leggere, sofisticata, marina e che sa di romantica solitudine. Rigore ma colore, fit definiti ma armoniose texture, così Prada cerca di lasciarsi alle spalle l’austerità delle collezioni degli anni ’90, per guardare al futuro.
Per la Primavera/Estate 2019 Prada ha invitato un gruppo di creative di grande autorevolezza a livello mondiale, a collaborare all’ideazione di prodotti realizzati nel suo iconico nylon. Un terzetto composto da architetti donna di primissimo piano – Cini Boeri, Elizabeth Diller e Kazuyo Sejima – ha disegnato alcuni pezzi nuovi e unici, realizzati in nylon Prada.
Jeremy Scott per Moschino
La Carmen di Bizet fa da sfondo ad una ‘corrida’ di abiti, dove le top model combattono la gara della bellezza a suon di rouges. Questo è l’immaginario di Jeremy Scott per Moschino per la collezione Primavera / Estate 2020. Una grande tela dove gli abiti indossati dalle iconiche modelle degli anni 2000, come le onnipresenti sorelle Hadid, solo per citarne alcune, sono essi stesse delle tele. Le linee, i tagli i ghirigori, non sono altro che frutto di pennellate. Così lo stilista americano presenta questa collezione Primavera / Estate, rimanendo assolutamente fedele alla matrice creativa, conosciuta e riconosciuta, della casa di moda italiana.
Jennifer Lopez sfila per Versace
E poi Versace… il perché di questi puntini sospensivi? Rappresentano un sospiro fatto di stupore, meraviglia, sogno. Donatella Versace, nelle sue ultima sfilate, ci ha abituati ad assistere a collezioni che rappresentano i topic di stile, più iconici della casa di moda della Medusa. Durante la sfilata di Versace Primavera/Estate 2018, Cindy Crawford, Carla Bruni, Naomi Campbell, Claudia Schiffer ed Helena Christensen chiusero la passerella. Ed il tempo sembra non essere mai trascorso, anzi, pare che si sia fermato a vent’anni fa. Questo il tributo che Donatella Versace fece al fratello scomparso Gianni, per il ventennale della sua morte.
Ma quest’anno la protagonista indiscussa della sfilata è stata Jennifer Lopez, che chiude la passerella e manda in visibile il front row, indossando una versione rivisitata dell’iconico e sexy Jungle Dress, che la innalzò all’altare dello stile. L’abito dalla fantasia tropical negli anni è cambiato, diventando ancora più succinto. L’unica cosa rimasta intatta è la bellezza di Jlo, che con passo sicuro e fisico tonico avanza sulla passerella, tra i flash degli iPhone e quelli dei fotografi.
MSGM celebra il suo decimo anniversario
E poi c’è un compleanno, quello di Massimo Giorgetti e di MSGM, che celebra proprio durante la Settimana della Moda di Milano, celebra il suo decimo anniversario. La sfilata si è tenuta ai bagni misteriosi di De Chirico, nel giardino della Triennale di Milano ed ha rappresentato in linea cronologica diretta, il meglio che il direttore creativo ha prodotto in questi 10 anni nella moda. I colori, le stampe, i fiocchi, i volant, tutto ciò che è ed è stato MSGM. Un brand giovane, ma che si è imposta nel panorama dello stile con una forte presenza.
GCDS si inspira a Jurassic Park
Alla Milano Fashion week 2019 da GCDS troviamo un enorme un T-Rex ruggire sulle teste dei seduti sulle prime file del front row. T-rex che vuole essere l’omaggio ad un mondo cinematografico tanto caro ai 30enni di oggi. L’ambientazione è quella tropicale delle Hawaii. Così T-Rex e Hawaii ci riportano irrimediabilmente a Jurassic Park. Era il 1993 quando Steven Spielberg girò per la prima volta il kolossal Jurassic Park proprio nelle isole americane, un film destinato a segnare la storia del cinema e a diventare il grande amore di una generazione. La collezione è quindi irriverente, sexy e colorata. I colori sono volutamente esagerati e intensi, rubati ora dalla rigogliosa vegetazione hawaiiana ora dai flash dei videogiochi giapponesi, altro tema della collezione.
Gucci alla Milano Fashion Week 2019
E poi arrivano Gucci ed Alessandro Michele, due anime gemelle unite dal destino. Perché di questo si tratta, l’uno non può prescindere dell’altro e viceversa. Gucci ha bisogno di Alessandro Michele, tanto quanto Alessandro Michele ha bisogno di Gucci. E così sfila una collezione che offre un primo spunto di approfondimento: la donna di Gucci si riappropria della sua femminilità, i mezzi attraverso il quale opera questo processo sono trasparenze, pizzo e pelle. Pare quasi ritrovare un vecchio Gucci, quello di Tom Ford. Quindi il designer che fino ad ora ci ha abituati all’estetica CAMP, si allontana ora da questo concetto.
Ma la sfilata è stata allietata anche dalla polemica inattesa e non programmata provocata dalla modella Ayesha Tan Jones, che, in forma di protesta, ha mostrato un palmo della mano su cui campeggiava la scritta “mental health is not fashion“.
Hub asettico voluto da Gucci
Per comprendere questa polemica c’è da spiegare un antefatto, che ha aperto la sfilata di Gucci. L’hub asettico voluto dal designer a inizio show, ha visto sfilare una ventina di modelli in camicie bianco ottico, versione high-end delle camicie di forza. Camminando su delle piattaforme mobili, l’obiettivo del marchio era, come si legge nella nota stampa inviata appena dopo la sfilata “esprimere come, attraverso la moda, il potere viene esercitato sulla vita al fine di eliminare l’autoespressione. Un potere che, dettando le norme sociali, classifica e frena le identità personali“.
E la modella con la sua scritta provocatoria sul palmo di mano, così risponde alla messa in scena della casa di moda:
“Come artista e modella ho avuto in prima persona problemi con la salute mentale, così come è successo a dei membri della mia famiglia o a persone a me care, che hanno sofferto di depressione, ansia, disordine bipolare o schizofrenia. Per questo motivo trovo deleterio e privo di sensibilità da parte di un brand come Gucci usare questo tipo di immaginario come mezzo per creare un momento fashion. Alludere ai pazienti degli istituti mentali usando delle camicie che ricordano quelle di forza, è un gesto di cattivo gusto. Mettere in passerella tali oggetti come se fossero degli accessori in un servizio di moda, usandoli per vendere vestiti in un sistema capitalista è volgare, privo di immaginazione e offensivo nei confronti dei milioni di persone colpiti da queste problematiche”.
E con questi ‘momenti hot‘ si spengono i riflettori sulle passerelle milanesi.