14 nomination agli Oscar, roba che solo il Titanic era riuscito a fare. 7 Golden Globe vinti, una coppa Volpi come miglior attrice protagonista ad Emma Stone al Festival di Venezia, la curiosità ti sale anche se hai la stessa sensibilità del piede di una sedia. Aggiungi poi che il protagonista maschile è Ryan Gosling, la curiosità si trasforma in assoluta certezza. Andare a guardare La La Land è una missione più che uno svago. 

Damian Chazelle è il regista che ha cercato di riportare la nostalgia per il cinema di una volta ai giorni nostri. Nasce quindi La La Land, un prodotto con un titolo estremamente semplice quanto geniale; un film che ha i colori di Stanley Donen e gli stessi movimenti di macchina dello studio system, tuttavia si presenta come un film contemporaneo, intriso di una meravigliosa colonna sonora.
Il film è girato in gran parte in luoghi reali, come era già accaduto nel celebre  musical di Robert Wise West side story (del lontano 1961), e la città è la vera protagonista (sognata) del film. Un regista che ha a disposizione Ryan Gosling ed Emma Stone ed invece decide di mettere in primo piano una città poi va capito, forse anche analizzato, ma vabbè.
Quello che colpisce di La La Land è la fotografia, stracolma di colori zuccherosi, vivaci, per dare quell’idea di etereo, di sogno quasi magico.
Da ogni macchina che passa sullo schermo esce un po’ di musica, da ogni radio un genere diverso e intanto un ragazzo e una ragazza si incontrano, lui sogna di tenere in vita il jazz, lei di diventare un’attrice. Il sudatissimo primo bacio arriva al termine di un corteggiamento danzato lungo 3 coreografie, due appuntamenti e incontri casuali. Tempi (del cinema e della vita) di una volta.

lalaLand

Sarà per Ryan Gosling che balla, sarà che una Los Angeles così non si è mai vista, sarà Ryan Gosling che canta, sarà quel che sarà ma questo film ha in se la rara capacità di farti bramare ardentemente di vivere nel suo mondo invece che nel nostro, di conoscere quei personaggi e avere quella spensieratezza anche nei drammi.
Si ok, è un musical. Si ok, cantano e non siamo a Glee. Ma non ha nulla a che vedere con Les Miserables del 2012, non sei tentato di spararti un colpo tra gli occhi.
E’ dinamico, moderno, fantastico e permette, finalmente dopo tanto tempo, di vedere qualcosa di un certo valore. Inoltre le parti recitate sono superiori a  quelle cantate, il che non guasta.
Essenziale, per la riuscita del prodotto, è stata la scelta dei due protagonisti, ed unici attori della pellicola, capaci di trasmettere ed impersonificare le giuste emozioni.

Possiamo essere quelli di una volta? Possiamo essere ancora ciò che la nostalgia ci detta? Con La La Land è possibile!

Giovanna Montano