La Dea Fortuna è l’ultimo film del regista turco Ferzan Ozpetek che, grazie al suo racconto sulla famiglia moderna, tocca l’anima nel profondo
Esisteva un tempo, molto prima del lookdown e del coronavirus, in cui la gente poteva uscire e andare al cinema. Ad oggi molte sale cinematografiche sono ancora chiuse, i film in uscita scarseggiano e non ci resta che parlare dei successi arrivati nelle sale ante-civid.
A Napoli, presso la ex base nato, il Cinema Multisala Modernissimo sta proiettando, all’aperto, vecchi film e recenti successi. Tra questi troviamo La Dea Fortuna, ultimo capolavoro di Ozpetek.
Il film con protagonisti Edoardo Leo, Stefano Accorsi e Jasmine Trinca racconta la storia di Arturo e Alessandro, coppia omosessuale in piena crisi, di Annamaria e dei suoi due figli Martina e Sandro. Un film magistralmente girato, egregiamente interpretato e perfettamente scritto, che riesce a scavare nell’animo umano e toccare le corde giuste dello spettatore.
Vediamolo nel dettaglio.
Trama del Film La Dea Fortuna
La Dea Fortuna non è un film sull’amore, ma un film sui rapporti umani. Un film fatto di sguardi, grida, carezze e baci. E’ importante saperlo prima di sedervi in sala.
Il tredicesimo film del regista italo-turco è un bellissimo ritorno alle origini. Abbandonata la cupezza di quella Napoli Velata che non ci aveva convinto, si torna alle atmosfere dei film che lo hanno reso grande. In un quartiere che ha il carattere di quello di Le fate ignoranti, in cui ci si sente a casa, partecipi di una vita condivisa davvero, conosciamo il variopinto gruppo di amici e complici ma soprattutto conosciamo i protagonisti. Alessandro (Edoardo Leo) e Arturo (Stefano Accorsi) sono una coppia da 15 anni, ma adesso che la passione si è assopita, la loro relazione è agli sgoccioli. L’arrivo di Annamaria (Jasmine Trinca) e dei piccoli Martina (Sara Ciocca) e Sandro (Edoardo Brandi), non migliora la ormai precaria situazione sentimentale dei due. Alessandro e Arturo sono due uomini, ma potrebbero essere chiunque: la loro relazione omosessuale è solo un pretesto che Özpetek utilizza per raccontare questa bellissima storia affrescata tra Roma e Palermo.
E intorno a questi due protagonisti, una cosmologia di personaggi a dir poco abbozzati che, però, riescono perfettamente nell’intento di calare lo spettatore nel mondo del Mago di Öz(petek).
Non il classico film Gay
Attenzione, teniamo a sottolineare che La Dea Fortuna non è un film su un amore Gay, ma sull’amore in generale. Come infatti ricorda sempre Özpetek, l’amore ha mille forme, mille facce. C’è l’amore in crisi di una coppia omosessuale, quello di una madre per la figlia transgender, c’è quello di chi combatte con i ricordi e si innamora ogni giorno di nuovo della stessa donna, ma anche quello incrollabile per un’amica. In ultimo, l’amore non dato.
“Di due persone dello stesso sesso si racconta sempre il primo incontro e mai la fine”
Ma poi, a chi interessa che si parli di una coppia gay? La storia è talmente reale e intensa, profonda e delicata allo stesso tempo, che ci si dimentica totalmente che quella coppia è formata da due uomini, perché tutto è orchestrato così bene che è davvero irrilevante l’orientamento sessuale di chiunque. Sono loro, siamo noi, siete voi.
Edoardo Leo nella Dea Fortuna
Credeteci, dunque, quando vi diciamo che non riuscirete a scrollarvi di dosso facilmente l’intensità degli sguardi di un Edoardo Leo al massimo della forma, bravissimo nel mescolare dramma e frizzantezza. Che non potrete dimenticare il monologo di Stefano Accorsi; che non riuscirete a resistere dal voler ballare anche voi sotto la pioggia per liberarvi dei pesi che vi portate dentro.
La Dea Fortuna ha un segreto, un trucco magico. Come fai a tenere sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, rubi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi. E lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà sempre con te.
Una delicatezza che ricorda Hamam – Il bagno turco, una profondità di sentimenti che rimanda a Le fate ignoranti e soprattutto la potente vivacità di Mine Vaganti: questo è La Dea Fortuna.