Influencer Marketing Culturale per i musei: come i Musei stanno cambiando il linguaggio per raggiungere i più giovani
L’influencer marketing è ormai una strategia consolidata. ‘Usare’ persone influenti sui social, in grado di aumentare la visibilità e la riconoscibilità di un brand, di un prodotto o di un servizio sta diventando parte integrante delle strategie di comunicazione di molte aziende.
Grazie all’influencer marketing è possibile raggiungere un pubblico mirato (e interessato) con un messaggio specifico.
Questa strategia è spesso più efficace del classico advertising perché meno aggressivo verso gli utenti. Risulta essere molto naturale e poco forzata infatti. Il pubblico non vuole che i brand impongano loro un prodotto o un servizio dall’alto, preferiscono sentire l’opinione di una persona di cui si fidano e decidere autonomamente cosa è meglio per loro. Questo dimostra come il passaparola sia ancora oggi lo strumento di persuasione più efficace per muovere le persone.
Ma qual è il motivo per cui gli utenti si fidano dell’opinione degli influencer? Perché sono esperti in un determinato settore e hanno autorevolezza in una specifica nicchia di utenti.
Influencer Marketing Culturale
Questa tipologia di comunicazione si sta sviluppando anche in ambito culturale, e più specificamente quello dei musei. Una delle strade più battute dalle istituzioni museali oggi è quella di invitare blogger e instagrammers a fare una visita a porte chiuse e raccontare la loro visione del museo. Iniziative del genere negli ultimi anni si sono moltiplicate e sempre di più i musei stanno scegliendo la strada del racconto fatto attraverso gli occhi di quei creativi che sui social network hanno successo e sono apprezzati.
Ieri mattina, per esempio, Chiara Ferragni e Fedez hanno fatto un tour privato di Musei Vaticani e Cappella Sistina. Il risultato è stato quello di pubblicare dieci fotografie e un video nella stessa giornata. Poco dopo, un utente di Instagram ha lanciato la prima pietra commentando:
“Ma non è vietato scattare foto nella Cappella Sistina?”
Questo commento, e il relativo shitstorm scatenato sui social, ha fatto si che quello stesso pomeriggio la Cappella Sistina sia apparsa fra i trend topic di Twitter.
La strategia di comunicazione dei Musei
I Ferragnez non sono state le uniche due celebrity a celebrare su Instagram le bellezze dei Musei: negli scorsi giorni ,tra gli altri, anche Daniele De Rossi, Isabella Ferrari, Salvatore Esposito e Ludovica Bizzaglia e anche i The Jackal per il Museo Archeologico di Napoli. Li avevano immortalati sui rispettivi social nell’ottica di quella che è una strategia di influencer marketing mirata al rilancio di un settore particolarmente importante in Italia e che è stato colpito dagli effetti della pandemia di Covid-19 più duramente degli altri.
Aumentare I Followers dei Musei
Aumentare il numero dei fruitori giovani attraverso un linguaggio narrativo differente è il motivo per cui molti Musei stanno adottando l’Influencer Marketing Culturale.
Per prenotare una visita privata, come quella dei Ferragnez, basta andare sul sito dei Musei Vaticani per un tour privato di quattro persone della durata di tre ore, al costo di 80€.
Questa è una strategia di comunicazione che serve ad entrambe le parti in questione, Museo ed influencer. Occasioni simili, del resto, servono tanto alla visibilità delle celebrity quanto a quella dei musei: non sempre un mutuo scambio di favori è una bieca operazione commerciale.
Perché i Musei si stanno affidando agli influencer?
L’anno scorso i Musei Vaticani erano il terzo museo più frequentato del mondo, con un totale complessivo di 6,9 milioni di visitatori annui. Il Covid-19 ha azzerato tutti quei dati in breve tempo, con una serie di cancellazioni di massa che hanno fatto scendere i loro visitatori da 18.500 a poco più di 1600 nel giorno della riapertura post-lockdown. Per recuperare terreno, sarà necessario per loro reinventarsi, anche puntando su proposte premium come ad esempio tour privati o visite speciali – una strategia che pone l’accento sul valore dell’esperienza piuttosto che sul mero volume di biglietti venduti.
Stessa strategia che, diversi anni fa, fu adottata anche dal Museo Archeologico di Napoli che ha scelse di affidarsi all’ironia e al sarcasmo del gruppo di videomaker napoletani The Jackal. Questa campagna, inedita per un museo italiano, può sembrare eccessiva, dissacratoria se paragonata all’austerità del mondo dell’archeologia e della cultura classica. Eppure il video ha fruttato più di 2.000.000 visualizzazioni tra Youtube e Facebook.
In altre parole, per una qualunque istituzione culturale, inclusi gli antichi Musei Vaticani , è una mossa smart cercare soluzioni ai propri problemi pensando di puntare anche al contesto di cultura digitale. Se la loro strategia dovesse avere successo, gli scatti della Ferragni e di Fedez all’interno della Cappella Sistina potrebbero segnare l’inizio di un nuovo modo di fruire l’arte e promuovere la cultura del nostro paese.