Il Racconto dei Racconti è il film presentato da Matteo Garrone al Festival di Cannes 2015 che prende spunto dai racconti di Giambattista Basile
Uno scroscio di applausi lungo sette minuti è stata l’accoglienza della stampa e del pubblico del Festival di Cannes per il film presentato da Matteo Garrone , il Racconto dei racconti. Una pellicola fantasy che prende ispirazione da Lo cunto de li cunti, il poema secentesco di Giambattista Basile sconosciuto ai più, che vede sul set Salma Hayek, Vincent Cassel, Alba Rohrwacher.
Garrone decide di adattare tre favole del passato sul grande schermo, scegliendo tre donne come protagoniste: una madre, una figlia e due sorelle, raccordate dal filo narrativo di circensi presenti in tutti e tre gli episodi.
Il risultato ha prodotto un fantasy sui generis, a metà tra le fiabe ricche di effetti speciali Hollywoodiani e quelle contenute nei disegni dei classici Disney.
Chi, guardando il film, si aspetta di vedere un prodotto confezionato sulla falsariga de Il Trono di Spade rimarrà deluso; poiché sarebbe stato un tentativo vano, considerati i livelli della serie. Chi invece, guardando Gomorra, si aspetta di vedere un film ambientato a Scampia e sottotitolato in Italiano, è meglio che decida di mangiare una bella pizza invece di andare al cinema.
Il film di Garrone
L’occhio di Garrone spinge in questa pellicola lo spettatore verso il nucleo oscuro delle umane pulsioni. Ogni fiaba, o quasi, illustra, con tante possibilità, una forma di potere. La storia raccontata non ha la pretesa di far vivere tutti felici e contenti, ma si propone, bensì, di voler rivelare qualcosa dell’animo umano, raccontando, con maestria, la deformità indotta dal potere e dai desideri, al di là della loro legittimità.
Non è tuttavia possibile non notare alcuni paradossi interni alla pellicola. La scena in cui Salma Hayek, che per avere il figlio agognato, mangia un enorme cuore di drago è più cruenta di quella in cui il drago viene effettivamente ucciso. Accarezzare un cane con la rabbia sarebbe considerato un atto di vero coraggio rispetto all’uccisione di quel mesto draghetto. O ancora Toby Jones che, nei panni del Re di Altomonte, alleva una pulce fino a farla divenire gigantesca, quasi il doppio della stazza dell’attore. Infine il Re di Roccaforte, Vincent Cassel, dipinto come un re voluttuoso, finisce per desiderare il semplice dito di due povere vecchie.
Matteo Garrone è riuscito a creare una fiaba coinvolgente, nonostante i sparuti regni di cui sono a capo i re, con due o forse tre sudditi a fiaba. La fotografia è affidata a Peter Suschitzky (Star Wars, The Rocky Horror Picture Show, Crash) che scioglie i colori nelle suggestioni di Goya, Bosch, con campi lunghi che riportano lo spettatore alle illustrazioni di quei libri di favole che, visti da bambini, non si dimenticano mai. Le musiche di Desplat risultano funzionali al lavoro fiabesco realizzato dallo scenografo Dimitri Capuani, districandosi tra location vere come le siciliane Gole di Alcantara, o il laziale Bosco del Sasseto.
La recensione del Racconto dei Racconti
Le testate di tutto il mondo si sono occupate dell’opera del regista italiano definendola come un prodotto
“Favoloso, visivamente magnifico, erotico, ironico, profondo… Un positivo carnevale di trasgressione.”
Lo osanna il The Guardian. O ancora come una
“Variazione piena di freschezza, nella linea di quelle grandi e sanguinose fiabe che conosciamo grazie ai fratelli Grimm o a Perrault.”
Scrive invece The Hollywood Reporter.
L’universo che si para davanti allo spettatore è sicuramente il più coinvolgente, a metà tra la fantasia di Basile e l’estro creativo di Garrone. Insomma, mentre si aspetta di vedere se la kermesse di Cannes gli renderà il giusto tributo, Garrone, ha tutte le carte per riempire le sale e i cuori degli spettatori.