Ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, arrivava per tutti: il primo giorno di scuola. Quanto vi manca?

Il Primo Giorno di Scuola non si dimentica mai - Neomag.

Ammettiamolo! Andiamo incontro, a braccia sempre più spalancate, ai 30 anni. Abbiamo un lavoro, frequentiamo l’università, cerchiamo l’anima gemella, siamo sposati, con figli, soli al mondo, disoccupati o figli di mamma. Viviamo le situazioni più disparate.

Eppure per tutti noi il mese di Settembre è IL mese. Prima ancora di essere il portatore sano dell’ansia per i buoni propositi che sappiamo già di non riuscire a mantenere, è il periodo dell’anno che porta con se la malinconia. Di tutto ciò che eravate e per quello che avreste voluto essere, di vecchi compagni, avventure, le scoperte nuove. Il mese di Settembre non può non ricordarci il primo giorno di scuola. Roba che adesso dareste di tutto per riviverlo, per essere ancora una volta il bambino o l’adolescente pronto a vivere un nuovo anno di possibilità.



Ricordi cosa facevi per il primo giorno di scuola?

Le corse per finire il libro delle vacanze, per iniziare i compiti assegnati per tre mesi di vacanza che sapevi avresti fatto soltanto negli ultimi 4 giorni. L’ansia delle interrogazioni, il professore che ti odia manco fossi la moglie. L’ultimo anno di Liceo, l’ultimo primo giorno. Oppure l’inizio, la novità, gli amici.

                                                             

Abbiamo raccolto 10 cose che mancano a tutti del primo giorno di scuola

  • La scelta del diario per l’assegno. Diciamocelo: tutto rappresentava fuorchè il posto in cui scrivere l’assegno. Si partiva con le dediche, i disegni, le frasi, gli adesivi. Per l’assegno si chiamava la compagna secchiona. Basico e ovvio!

  • Rivedere tutti i nostri amici. Il primo giorno di scuola significava anche avere la data certa dell’incontro con tutti loro. Non come ora che per organizzare tre teste a prendere un caffè passano gli anni e te li ritrovi con i figli, sposati e senza capelli.

  • La Ricreazione. Il momento più atteso di tutta la mattina, quello in cui si poteva cazzeggiare alla grande. Dove potevi uscire nei corridoi e vedere il tipo super wow di sfuggita, parlare con tutti, conoscere persone.

  • La scelta delle penne. Importante quasi quanto quella dei diario. Conferiva lo stile, l’aspetto e il gusto che avremmo voluto mantenere per tutto l’anno. Una scelta che senza dubbio non poteva essere lasciata al caso. Non come adesso che ci sta bene anche la penna omaggio del Centro Scommesse.

  • Gli orari scolastici. 5 ore, al massimo 6. Poi tutti a casa. Nessuno avrebbe battuto ciglio. Adesso se provate a parlare di part-time o di orari decenti entro i quali lavorare in quanti vi guardano basiti? Ma ancora più a fondo: ma di quale lavoro stiamo parlando?

  • I vestiti. I primi giorni di scuola sembrano sempre la Milano Fashion Week dei poveri. Nei corridoi si sfila. Essere belli e top è la regola. Il primo giorno di lavoro dopo le vacanze, invece, l’unica cosa regola che vi è rimasta è la sveglia!

  • La carica e l’adrenlina. Quasi non si riesce a dormire per l’eccitazione del nuovo inizio. ‘Chissà cosa accadrà adesso‘ è l’unica cosa a cui riuscivate a pensare. Ad oggi sperare di non staccare il computer dalla scrivania e scaraventarlo contro il muro è la vostra nuova carica.

  • Le gite. Con 400 € si andava a Parigi. Tutto spesato, pranzi inclusi, aereo, albergo e guida turistica. Ad oggi non abbiamo ancora capito quale fosse il trucco. Con 400 € non riusciamo neanche a stare 1 giorno a Roma senza dichiarare Banca rotta.

  • Gli amori scolastici. Il vostro primo amore tra i banchi di scuola. Ogni giorno, tutti i giorni, occhi negli occhi. La certezza di ritrovarlo lì anche dopo un bel litigio. Non come adesso che si devono chiamare le squadre speciali per ritrovare il corpo della nostra dolce metà dopo un litigio.

  • E tanto, tantissimo altro. Le assemblee di istituto, le occupazioni, i voti, lo studio matto e disperato per non ripetere l’anno.