Il Libro della Giungla è il film per gli amanti della Disney

Avete avuto un’infanzia costellata da cartoni animati Disney? I cartoni vi hanno accompagnati più di un genitore ? Allora dovete andare  guardare il Libro della Giungla

E’ un riadattamento in computer grafica e live action del classico Disney degli anni ’60, e prende le sue origini, proprio come il cartone animato, dal Libro della Giungla del premio Nobel Rudyard Kipling, raccolta di racconti indiani editati tra il 1893 e il 1894.
La storia è quella conosciuta, trita e ritrita in milioni di ambientazioni diverse, da Tarzan a Peter Pan, di bambini che riescono a crescere grazie agli animali, alle fate, all’aria e vengono su belli e tosti. E noi che stiamo ancora cercando di capire se la famiglia non-tradizionale faccia bene oppure no.
Nel Libro della Giungla  “il cucciolo d’uomo”, Mowgli, viene allevato da un branco di lupi, con Akela e mamma Raksha al comando, nella giungla.
Durante la tregua dell’acqua la tigre Shere Kan (con la voce italiana di Alessandro Rossi) si accorge della presenza del giovane nella giungla e promette di cacciarlo al termine della suddetta tregua, poiché anche un ‘cucciolo d’uomo’ cresce e diventa adulto e da adulti gli umani cacciano nella foresta.
Per Mowgli il quadro della situazione è cambiato e così il suo ‘patrigno’, nonché mentore, la pantera Bagheera (con la voce italiana di Toni Servillo) decide di accompagnarlo al villaggio degli uomini.
In questo modo inizia il viaggio del bambino, fisico ed emozionale, formativo sotto molteplici punti di vista, che lo porterà ad incontrare, tra gli altri, il serpente Kaa (con la voce italiana di Giovanna Mezzogiorno), Re Louie (con la voce italiana di Giancarlo Magalli) e l’orso Baloo (con la voce italiana di Nerì Marcore).

Guardando l’ennesimo riadattameno della Walt Disney Pictures notiamo che Il Libro della Giungla è probabilmente il prodotto meglio riuscito. La crasi tra computer grafica e live action hanno superato ogni limite di immaginazione, rendendo un semplice film un capolavoro grafico.
Quello che infatti lascia senza parole è la scritta che compare all’interno dei titoli di coda:  “Girato downtown a Los Angeles”. Avete capito proprio bene.
Il Film è stato girato tutto all’interno di un palazzo di 12 piani che dà sull’autostrada 110.
Jon Favreau, regista della pellicola, non perde mai di vista il suo obiettivo. Creare un film che possa ovviamente essere declinato per un mercato fatto di bambini, ma che soprattutto miri all’intrattenimento degli adulti, che attiri le orde generazionali cresciute con la Disney.
Il film apre i battenti con una corsa a perdifiato di Mowgli (il piccolo Neel Sethi) nella giungla, un allenamento alla sopravvivenza impartito da Bagheera e, da lì, non perde mai la sua marcia e la carica necessari ad un film di fantasia di questa portata.  

Il libro della giungla - Neomag.

La computer grafica de Il Libro della Giungla rende i personaggi reali

Non siamo stupidi e non metteremo a confronto questo prodotto con quello del 1967, poiché i mezzi sono cambiati e cambiata è anche la sensibilità del pubblico. La cosa che stupisce, oltre tutte le ambientazioni grafiche che regalano alla pellicola una fotografia eccezionale, sono le verosimili espressioni dei protagonisti ricreati al computer. Una materna Rashka (con la voce italiana di Violante Placido), un saggio e preoccupato Bagheera, un sornione Baloo, un’ipnotica Kaa che, anche per un adulto, risulta decisamente inquietante.
Nel prodotto d’oltreoceano le voci erano di Scarlett Johansson per il serpente Kaa, di  Bill Murray per BalooBen Kingsley per BagheeraIdris Elba per Shere KhanLupita Nyong’o per Raksha, Giancarlo Esposito per Akela e Christopher Walken  per King Luie.
E noi, in Italia, avevamo Magalli. Ma non ci fossilizziamo. Ormai ce lo abbiamo, almeno lo usiamo.

Un film bello, che riscalda i cuori attraverso quelle emozioni che sono proprie del cartone e che sono state ben riportate nel film, che ricorda ad ogni adulto di sognare ancora e che permette ad ogni bambino ‘nuovo’ di imparare a farlo. D’altronde, come recita la canzone, con questo film “…I tuoi malanni puoi dimenticar!“.