Halston racconta la storia reale dello stilista Roy Halston Frowick, tra i più noti degli anni ’70, miniserie Netflix con Ewan McGregor
Ryan Murphy colpisce ancora. Dopo Glee, American Horror Story, Ratched e Hollywood è il turno di una nuova miniserie Netflix. Stiamo parlano di Halston, totalmente dedicata al celebre stilista Roy Halston Frowick, interpretato da Ewan McGregor, che vede tra i produttori esecutivi Ryan Murphy. L’opera, adattamento del libro Simply Halston di Steven Gaines del 1991, ripercorre la vita e la carriera dell’istrionico artista, tra le icone della moda degli anni ’70.
La vita di Halston
La miniserie su Halston racconta le origini e la carriera del celebre stilista. Nato a Iowa nel 1932 e trasferitosi a New York nel 1958, all’età di 26 anni, per portare avanti la sua carriera nel mondo della moda, da sempre la sua grande passione. In particolare, lo stilista era un talento incredibile nel campo della modisteria, ovvero la produzione di cappelli.
Iniziò a Chicago, quando cominciò creò i suoi primi cappelli che vennero poi venduti all’Ambassador Hotel della città. La sua cliente più importante di quel periodo fu la regina del gossip hollywoodiano Hedda Hopper. Aprì il suo negozio a Chicago nel ’53 e cinque anni dopo andò a New York per lavorare prima dalla cappellaia Lily Daché. Nel 1961, Jackie Kennedy indossò il suo cappello Pillbox al giuramento presidenziale di suo marito J.F. Kennedy e, in un attimo, Halston divenne una celebrità.
L’anno dopo i suoi abiti apparvero sulla copertina di Vogue, e nel ’66 iniziò a disegnare abiti e conobbe Liza Minelli, che sarebbe diventata una delle sue più care amiche.
La moda essenziale
Lo stilista è conosciuto maggiormente per le sue applicazioni dell’Ultrasuede, un materiale sintetico inventato negli anni ’70. Oltre ad aver sbancato nell’ibridazione degli abiti chemisier, vestiti semplici e con poche rifiniture. Ecco alcune sue parole riguardo la filosofia del design, riportate da Vogue e tratte da un pezzo di The Courier Journal & Times:
Il punto è essere confortevoli. Se hai delle belle gambe, accidenti, vuoi mostrargliele. Dobbiamo abbandonare l’idea che tutti dobbiamo assomigliarci. Dobbiamo fare ciò che è meglio per noi stessi. Questo è il segreto della moda.
Lo Studio 54
Nel momento in cui Halston raggiunse la notorietà più scintillante, venne adorato a più riprese da tantissime star del 20esimo secolo come Andy Warhol, Bianca Jagger, Liza Minnelli, che indossò un suo abito agli Oscar, e molte altre. Tutto l’entourage dell’uomo era solito frequentare il rinomato circolo Studio 54 di New York, tra i più esclusivi e appariscenti della città. Gran parte della storia del personaggio coinvolge per forza di cosa questi big del mondo dello spettacolo quindi è inevitabile (e anche doveroso) che essi appaiano nella realizzazione, mostrando anche il particolare rapporto che intercorreva tra loro.
La storia d’amore tra Halston e Victor Hugo
Al centro della miniserie Netflix troviamo anche la storia d’amore tra Halston e Victor Hugo (interpretato da Gian Franco Rodriguez): i due si sono conosciuti quando Hugo aveva appena 24 anni, nel 1972. La coppia, secondo Gaines, l’autore di Simply Halston, era instabile e caotica:
Penso che sia stato un vero amore. Non era il tipo di amore romantico, dolce, tenero e premuroso. Victor stava rubando roba di casa quando Halston stava morendo. Hanno dovuto chiuderlo fuori di casa. Ma a Halston piaceva essere umiliato e avere la particolare ebbrezza di avere Victor intorno. Era tutto un altro aspetto di Halston. E Halston era una persona molto sessuale, così come Victor.
Inoltre, a detta di molti che erano vicini all’artista, Victor Hugo ha contribuito attivamente al declino del divo come riportato anche da Vanity Fair. Non solo perché lo ha spinto all’indole festaiola e altamente distruttiva che condivideva con gli amici dello Studio 54, ma anche per la sua forte instabilità caratteriale che potrebbe aver influito sull’umore di Halston stesso. André Leon Talley, noto giornalista di moda ed ex direttore di Vogue America, non ha dubb
Il declino e la fine di Halston
La caduta di Halston fu qualcosa di talmente tanto rovinoso da far sbiadire la sua memoria nella pop culture e cancellare il suo brand per sempre.
Il primo passo verso la fine fu la vendita a Norton Simon Inc., per un totale di 12 milioni di dollari in azioni, della sua azienda. Successivamente firmò una collaborazione di sei anni con J.C. Penney, una linea di grandi magazzini piuttosto economici (anticipando quindi le collaborazioni fra grandi designer e fast fashion). Tuttavia, a differenza delle collab moderne, la sua mossa non venne ricevuta bene: non solo la linea fu un flop ma i retailer smisero di fargli ordinazioni.ù
Il marchio iniziò a passare di mano, lui perse il controllo dell’azienda e smise di disegnare abiti. La sua vita a base di droghe e party proseguì, però, finché nel 1988 non scoprì di avere l’AIDS. Si ritirò a San Francisco dove morì due anni dopo a causa di un tumore ai polmoni complicato dall’AIDS.