Netflix centra un altro bersaglio con la nuova serie, tutta al femminile, Glow. In streaming dal 23 Giugno!
Ricordate il nuovo Dio che si sta impadronendo dei nostri cervelli e sta affermando un nuovo, incredibile credo in giro per il mondo? BENE! Il Potente Netflix continua, infatti, a raccogliere proseliti. Lo fa mettendo a segno un altro colpo. Sembra che il noto canale di streaming online abbia fatto delle outsider femminili la propria punta di diamante; infatti il nuovo progetto è la tragicomica storia delle lottatrici di Glow, le prime lottatrici di wrestling della storia della televisione.
L’esperimento sociale, inter-raziale, lesbo, politaccally incorrect, e chi più ne ha più ne metta, era stato testato e ampiamente superato già in un’altra serie in onda sul noto canale di streaming, Orange is the new black. Creato per Netflix proprio dagli stessi autori di OITNB, Jenji Kohan e Liz Flahive, Glow non fa mistero della propria natura sin dalla primissima scena.
Ispirata al vero Glow (acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling), programma televisivo che ha riscosso grande successo negli Stati Uniti dal 1986 al 1992, la serie utilizza il wrestling per approfondire le dinamiche di donne tutte differenti fra loro che si ritrovano a fare i conti con i loro fallimenti professionali. Lo fa attraverso la protagonista Alison Brie, l’attrice disoccupata, spaesata, vulnerabile everywoman che veste i panni della Piper Chapman di turno, Ruth Wilder, che finisce per trovarsi coinvolta in un progetto in cui non dovrà lottare con gli uomini per la luce dei riflettori, ma affrontare l’esperienza più bizzarra, degradante, esilarante e formativa della sua vita. E tutto il pubblico con lei.
Come accaduto già in Orange is the new Black l’ambiente maschile viene stravolto per assumere una nuova identità: nella prima serie troviamo il carcere, in Glow ci troviamo davanti al ring del wrestling. Rappresentano, entrambe, due ambientazioni in cui non sempre si è abituati a vedere le donne, due teatri che servono a rilanciare i ruoli e le storie di tutte le protagoniste.
Una nuova serie incandescente sta per sbancare il lunario e il tempio dell’oracolo delle serie TV. Anche qui come in OITNB la base sono i talenti femminili. Oltre a Flahive e Konan, infatti, nella writers’ room di GLOW ci sono Carly Mensch e Sascha Rothchild e Nick Jones, proveniente dagli sceneggiatori di Orange is the New Black.
Le due serie sono interessanti perché, oltre ad un incredibile talento del cast, abbattono ogni differenza razziale giocando con tutti gli stereotipi del caso. Le scene dei casting e la scelta dei personaggi in Glow sono molto indicative perché aggirano il politicamente corretto in nome di una diversità che deve non solo essere pensata ma anche pienamente vissuta. Altro punto di crasi tra le due serie si ha nell’affrontare le fratture sociali, come la Taystee in Orange is the new Black e la wrestler Welfare Queen in Glow.
L’esuberanza con cui vengono affrontate le storie e le dinamiche del racconto offrono il migliore orizzonte culturale degli anni ’80 con tutti i suoi eccessi e le sue manie. Basti pensate che nel vero Glow, al quale partecipava anche Jackie Stallone, madre del più famoso Sylvester, ci fosse molta più esagerazione della versione riadattata da Netflix. Vedere per credere!