Passeggiando tra gli antichi vicoletti e ammirando le strade del capoluogo partenopeo una cosa salterà ai vostri occhi: le edicole sacre a Napoli
La città di Napoli ha più di cinquecento cupole e migliaia di edicole sacre (oltre ad una dedicata a Maradona, ovviamente): dai Quartieri Spagnoli al Porto, passando per il Centro Antico, questa antichissima usanza che unisce sacro e profano è ancora sotto gli occhi di tutti. Anche se l’origine antica, di derivazione romana, è nota, grazie anche ai reperti rinvenuti a Pompei, quasi nessuno conosce l’uomo a cui si deve la diffusione delle celebri edicole votive partenopee: Padre Rocco.
Come nascono le edicole sacre a Napoli
Riprendendo un’usanza molto più antica, Padre Rocco, con l’introduzione delle edicole sacre a Napoli, trovò anche il modo di risolvere il grave problema dell’illuminazione della città. Sfruttando il forte sentimento religioso (a volte molto più vicino alla superstizione che alla fede) del popolo, il domenicano suggerì di posizionare delle immagini sacri sulle mura delle abitazioni e negli angoli delle strade più buie. Invitò poi le persone ad accendere delle candele per dimostrare la devozione verso l’immagine raffigurata. Tale pratica, nelle lungimiranti intenzioni di padre Rocco, doveva servire soprattutto a scoraggiare i malintenzionati, che in questo modo non godevano più del favore delle tenebre per derubare o ammazzare le proprie vittime.
Usanza ripresa dagli antichi Romani
Il caso delle edicole votive, dette anche Cappelle Sacre dai napoletani, è un’usanza molto più antica. Fin dall’epoca dei romani le immagini sacre erano una costante nelle strade o sulle mura delle abitazioni dei più facoltosi, servendo come monito nei confronti dei miscredenti ma anche come fonte primaria d’illuminazione della città.
Se oggi all’interno delle edicole troviamo San Gennaro e Sant’Antonio, in epoca romana si trovavano i “Lares”, ovvero gli antenati divinizzati che erano oggetto di un culto molto sentito.
Lo stesso nome “edicola” viene dal latino, quale diminutivo dell’aedes, ovvero il piccolo tempio che era presente in quasi tutte le case degli antichi romani.