C’è stato un momento nello spazio e nel tempo in cui le luminose icone dell’automobilismo e della musica elettronica, Ferrari e Daft Punk, si sono incontrate.
L’occasione fu il lungometraggio ‘Daft Punk Electroma’ presentato a Cannes nel lontano 2006. Diretto da Thomas Bangalter, raccontava la storia di due robot (interpretati dai Daft Punk) e del loro irriducibile desiderio di evadere dalla propria essenza meccanica.
Questo lungometraggio è una grande, magnifica sperimentazione estetica.
Le route nel deserto del Nevada, le leather jackets borchiate indossate dai Daft e la colonna sonora fatta di sintetizzatori trascinano in un’atmosfera tremendamente anni ‘80.
Ma c’è un elemento che risalta in questo ‘Electroma’: la Ferrari 412.
Il suo nero lucido, le sue cromature, le sue pelli interne, il suo design: questa Ferrari, immediatamente, diventa la terza protagonista meccanica senziente del film, questa Ferrari è il terzo Daft Punk.
La 412 passò leggermente in secondo piano negli anni ottanta, oscurata dalle sue ‘sorelle’ Testarossa e 288 GTO che vantavano performance e soluzioni motoristiche di gran lunga superiori.
Ma allora perché i Daft Punk e la 412?
La Ferrari 412 è una berlina italiana ad alte prestazioni. Nonostante non fosse una ‘vera’ Ferrari nel motore (un V12 di 5’000 cm3 e ‘soli’ 340 cavalli), la sua grandezza maturava nella sua linea estetica, nel suo lusso sfrenato ma, soprattutto, nella sua esperienza di guida unica.
Un tubino Chanel da 255 Km/h!