Il colosso del fast shopping Shein è stato inserito dal TIME tra le 100 aziende più influenti del mondo. Ma cosa nasconde Shein dietro il suo successo?
Il TIME questa settimana ha inserito Shein tra le 100 aziende più influenti del mondo. Questo va a sottolineare quanto il potere dell’azienda del FAST FASHION sia diventato innagabile e saldo. Un’azienda che fonda il suo successo sulla Gen Z che, giorno dopo giorno, compra milioni di articoli.
La crescita esponenziale di questo colosso risulta essere incredibile anche se si considerano altri fattori, come la totale assenza di sostenibilità che, invece, risulta essere un tema sempre più caro ad altre grandi realtà. Shein, invece, è riuscito ad essere nelle case di chiunque, a crescere in maniera esponenziale e, ad oggi, è una delle aziende più grandi del mondo.
Ma come ci è riuscito?
Come è cresciuto Shein
Le motivazioni del grande successo di questa catena di fast Fashion risultano essere semplici. Si possono far combaciare con le stesse strategie che userebbe chiunque volesse crescere: velocità di commercializzazione ineguagliabile, prezzi bassissimi e una comunicazione altamente mirata, che lo rende onnipresente su social e piattaforme.
Il messaggio di Shein è semplice e diretto: offrire “a donne e adolescenti l’opportunità di permettersi le ultime tendenze a prezzi democratici”, scelta che ovviamente avvicina le nuove generazioni che vogliono continuamente rivedersi nelle grandi star. Per affermarsi, poi, sono molti gli influencer che Shein coinvolge per convincere la Gen Z a comprare i loro prodotti. E ci riesce.
Secondo Forbes, infatti, le sue vendite mondiali sono più che raddoppiate negli ultimi anni, raggiungendo 10 miliardi di dollari nel 2020. Da aggiungere, inoltre, che negli Stati Uniti, l’app di Shein è stata al comando della classifica delle applicazioni di shopping più scaricate su iOS, davanti ad Amazon.
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Cosa si nasconde dietro ai prezzi così bassi di Shein?
L’indagine portata avanti dall’ONG svizzera Public Eye ha messo in luce aspetti molto critici che sicuramente potevamo immaginare.
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Turni da 75 ore settimanali
Per sostenere la produzione, i lavoratori di Shein sono chiamati a lavorare per 75 ore a settimana, con un solo giorno libero al mese. La legge cinese prevede un massimo di 40 ore settimanali e 36 ore di straordinario al mese.
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Misure di sicurezza inesistenti
I siti di produzione sono laboratori informali con corridoi e scale ingombri di borse e rotoli di tessuto. Questo è un problema in caso di evacuazione per un incendio, tanto più in assenza di un’uscita di emergenza e considerando che le finestre sono spesso dotate di grate.
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Continuo calo degli stipendi
Nel migliore dei casi, un impiegato può guadagnare fino a 10’000 yuan al mese, il costo di una vita media con un appartamento al limite dell’essenziale.
Shein approfitta sistematicamente del fatto che questi lavoratori e lavoratrici sono disposti a rinunciare a un minimo di sicurezza, libertà e qualità della vita, per mancanza di alternative.
Public Eye
Secondo quanto dichiarato dagli intervistati, mancherebbe anche il pagamento dei contributi previdenziali, anche se ciò sarebbe imposto dalla legge. Shein fa però leva sulla forte precarietà del settore tessile cinese, che lascia poche possibilità ai lavoratori di trovare un luogo di lavoro migliore.
Cosa possiamo fare, quindi, di fronte a tutto ciò? Sicuramente, comprare meno e comprare meglio. Le scelte consapevoli sono probabilmente l’unica arma che abbiamo.