Dalla moda al cinema, dalle serie TV alle colonne sonore fino alla musica Pop e Synthwave. Gli anni 80 si fanno spazio nella nuova era. Scopriamo insieme perché.
“I Dolci sogni sono fatti di questo, chi sono io per dissentire? Tutti sono alla ricerca di qualcosa.”
Così recitava uno dei brani più celebri di quasi 4 decenni fa, Sweet Dreams degli Eurythmics… possiamo ufficialmente dire che quei Dolci sogni degli anni 80 sono ritornati, e noi… chi siamo per dissentire?
Gli anni 80’, fino agli inizi degli anni 90’, sono stati definiti da molti come l’epoca della superficialità, dell’apparenza, dell’individualismo e dell’edonismo, della ricchezza e dell’ostentazione di essa, senza però dimenticarci del grande progresso tecnologico che cambiò per sempre il quotidiano delle persone. Ora, quali punti sopracitati combaciano con l’epoca contemporanea?
Beh, praticamente tutti. Ma gli anni 80’ erano non solo simbolo di grottesco e di bizzarrie, vi erano anche tracce di inestimabile bellezza, di arte (oggi la chiameremmo Vintage) di verità e di purezza. Ed oggi siamo alla ricerca di quei “sparuti incostanti sprazzi di bellezza” (come recitava Servillo nella Grande Bellezza di Sorrentino) e proviamo a prenderci il meglio e molto probabilmente, ci stiamo riuscendo.
La Musica, da sempre in anticipo nel respirare aria di innovazione, è stata scena dei primi movimenti in questo senso, su Youtube intorno all’anno 2005, nascono i primi canali dedicati interamente a un genere che regnava negli anni 80 e che tanto ha fatto emozionare, sognare e ballare, la Synthwave. La domanda che potrebbe sorgere spontanea è semplice: perché è tornata? E soprattutto perché proprio in questo periodo storico?
Come già detto prima, la musica in quegli anni aveva un’anima e creava emozioni forti, e forse oggi abbiamo bisogno proprio di ritrovare quei sentimenti persi tra musica riciclata da artisti poco inclini all’innovazione, ma noi parleremo di chi ha superato questo limite ed è riuscito a splendere in questo grande buco nero del nuovo secolo. La spinta definitiva venne data da un film del 2011 diretto da Nicolas Winding Refn, intitolato Drive, ambientato appunto negli anni 80, grazie al quale il regista si aggiudicò il premio ‘miglior regia’ al Festival di Cannes, senza sapere ancora che stava contribuendo a una e vera e propria rivoluzione estetica e musicale.
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Due anni più tardi, nel 2013, fu l’anno dei Grammy Awards (miglior canzone Get Lucky e miglior album RAM) per i Robot più famosi del mondo, i Daft Punk sfornano un album che avrebbe cambiato per sempre il mondo della musica moderna elettronica e non solo, con Random Access Memories ritornando alle vecchie sonorità della disco music tra gli anni 70 e anni 80 fino ad arrivare al successo mondiale di Starboy e I Feel it coming insieme alla stella pop The Weeknd; anche queste collaborazioni in pienissimo stile Retro sia dal punto di vista musicale che estetico (molti hanno paragonato la seconda collaborazione del trio a quelle del Re del Pop Michael Jackson, soprattutto per quanto riguarda il video e i costumi usati).
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Come non citare la fortunata serie Black Mirror targata Netflix con il pluripremiato episodio intitolato San Junipero (miglior trucco, miglior costume e miglior episodio dell’anno IGN Award) dove tracce del calibro di Heaven is a place on earth di Belinda Carlisle, I wanna dance with somebody di Whitney Houston e Funkytown, tra le tante Retro, fanno da sfondo ad un amore in un’ambientazione perfettamente 80’s che supera le barriere della vita e del mistero della morte. La parola mistero non può non portare alla mente un’altra serie firmata Netflix, Stranger Things (anno di ambientazione 1983) è probabilmente tra le serie più premiate di sempre, con una lista infinita di nomination ai Golden Globe, Emmy awards e Grammy Awards.
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Max Pezzali cantava: “Gli anni di che belli erano i film, gli anni di Happy Days… cosa vuoi? Il tempo passa per tutti sai, nessuno indietro lo riporterà’, neppure noi”.
Qualcuno lo avvisi, gli 80’s sono tornati più forti, belli e bizzarri che mai.