Con il ritorno della night life partenopea e il post pandemia, esiste ancora  il ruolo della ragazza immagine? Ne abbiamo parlato con Alice Poletti

Club culture Partenopea - Neomag.

Qualche mese fa una delle digital Cover di Neomag era dedicata al ritorno della Club Culture di Napoli dopo oltre due anni di stop.

Adesso ci troviamo a parlare nuovamente di ritorni con la riapertura delle discoteche avvenuta l’11 Febbraio. Tantissimi i locali che hanno ripreso la propria attività, tra cui sicuramente Nightmarket 80, e tantissime le figure che sono tornate a ricoprire i loro storici ruoli. Dj, pr, organizzatori, fotografi, l’immagine. Tutto sembra quasi, e sottolineamo quasi, essere tornato al suo posto. Si torna così, dopo tempo, a respirare ancora aria di festa.

Come tutte le figure ad essere tornate nei locali sono tornate anche le ragazze immagine. Le riconoscete subito: sono quelle bellissime che vi accolgono quando arrivate al club, quelle che vi accompagnano al tavolo, quelle che contribuiscono a definire l’estetica della serata. Ma esistono ancora? E’ ancora giusto definirle in questo modo?

Ne abbiamo parlato con la protagonista della nostra digital cover, volto della night life partenopea: Alice Poletti.



Descrivi te stessa con tre aggettivi.

 Impulsiva, determinata ed estremamente esigente.

Nella Club Life partenopea il tuo volto è ricorrente e spesso riconosciuto. Come ci sei riuscita?

È stata un’evoluzione molto spontanea.
A partire dal lavorare alle serate ho ampliato la mia rete di conoscenze e poi ho sfruttato la mia attitudine ai rapporti umani e alle amicizie.

La tua immagine viene spesso utilizzata per promuovere quella di una serata. Ti definiresti una ragazza immagine?

Solo in parte e soprattutto solo per questo progetto, che richiede che nell’immagine ci sia anche una personalità (nel vestire, caratteriale..).

Nel 2022, a tuo avviso, il termine ragazza immagine può essere visto come discriminante?

Purtroppo spesso sì, e dipende sempre dal progetto che c’è dietro! È un ruolo che può essere facilmente equivocato e che secondo me dovrebbe essere più inclusivo, come ad esempio accade a Nightmarket, dove tale ruolo non è ridotto solo al richiamo sessuale femminile ma è gender inclusive e non sfrutta solo la bellezza ma anche il temperamento e il carattere che può trasparire.

Come vivi il rapporto con i social? li consideri una vetrina?

Lo sono inevitabilmente diventati, e sono anche un veicolo di trasmissione di contenuti importantissimo, dal momento che scegliamo noi chi seguire e chi no. Io li ho sempre vissuti come un piacevole contatto, uno scambio, al quale non mi sento obbligata in ogni momento. In generale mi è sempre piaciuto condividere con gli altri, prima dei social era con i miei amici, ora invece ho semplicemente ampliato la mia rete. Mi piace questo costante scambio di opinioni, informazioni, consigli che si è creato con le persone (per quanto poche) che mi seguono!

Hai uno stile molto definito. Secondo te quanto incide nella società di oggi avere uno stile personale che ti distingue dalla massa?

Incide moltissimo, rispecchia la personalità e i contenuti di una persona, e se non ci sono questi, non c’è stile ma solo moda passeggera.

Che consiglio daresti a chi legge questa intervista?

Di imparare a stare bene con se stessi senza conformarsi ciecamente.