zanellato bortotto

Da un eclettico gioco di idee, forme, immagini e materiali prende forma una delle realtà più avanguardiste dell’odierna dimensione del progetto. Quella dello studio Z/B è un’espressione fortemente dinamica quanto poliedrica che si coniuga in una gamma di prodotti magistralmente plasmati da un principio di sintonia, quella tra Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto. Conosciutisi in ambiente accademico presso l’università IUAV di Venezia, consolidano la loro formazione grazie ad un master in product design all’ECAL di Losanna. Il loro è un vero sodalizio professionale che germoglia e sublima nel 2013 in occasione del Salone del Mobile di Milano. 

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Neomag è lieta di ospitare nel proprio salotto virtuale il duo creativo: 

Pare di capire che a Losanna, in Svizzera, in occasione del vostro master presso l’ECAL nasce il sodalizio coniugatosi nell’ormai celebre firma Zanellato – Bortotto , cosa rende a tal punto simbiotica la vostra collaborazione ?

Esattamente, ci siamo conosciuti a Losanna ormai cinque anni fa. Siamo divenuti immediatamente grandi amici, ma c’è stato fin da subito anche l’interesse nel provare a collaborare insieme. Abbiamo aspettato il 2013, in occasione del Salone del Mobile a Milano, dove abbiamo presentato il nostro primo progetto assieme al Salone Satellite. Da quel momento è nato un percorso che continua ancora oggi, di crescita e confronto. La cosa che ci aiuta è forse avere personalità e pareri molto differenti. Ci permette di avere sempre due punti di vista su ciò che facciamo, ci mettiamo continuamente in discussione. L’amicizia aiuta a distrarsi e a prendersi poco sul serio quando serve.

 Come si sviluppa la quotidianità presso lo studio Z/B ?

La quotidianità è molto caotica, lavoriamo all’interno di un coworking con grafici, curatori, architetti, illustratori (Studio Wax, a Treviso). E’ un ambiente stimolante e divertente, noi occupiamo una parte di questo spazio, che un tempo era una fabbrica di cera. Le giornate sono piuttosto intense, in quanto stiamo solo ora cercando di ampliare lo studio avvalendoci di un aiuto esterno. Una cosa che non manca mai in studio: le pause caffè.  Abbiamo ben due macchine per il caffè espresso!

La nostra redazione risulta fortemente affascinata e colpita dal progetto Mensole inBolla, paradigma di armonia e poetica, cosa ci raccontate del concept di progetto e come questo si articola in atelier?

InBolla nasce da un’esperienza all’interno del laboratorio di falegnameria del carcere di Bollate, a Milano. Il progetto in questione, Bolle Bollate, è curato da Live In Slums e Actant Visuelle, e ha come obiettivo la progettazione e la realizzazione interna al carcere di arredi in legno. Diversi designer oltre a noi, Riccardo Blumer e Cini Boeri tra gli altri, sono stati chiamati a partecipare, disegnando insieme ai detenuti un progetto adatto alla vendita interna, e quindi destinato ad arredare le celle, ma anche  attraverso eventi speciali. Nel nostro caso, dopo due giorni di lavoro con i ragazzi all’interno del carcere, abbiamo pensato a questa serie di mensole. Era una richiesta che veniva espressamente dai detenuti, che necessitano di spazi e ripiani per poter riporre i propri oggetti in un ambiente così piccolo com’è la cella di un carcere. Da qui il disegno di queste mensole con tasche e accessori in tessuto morbido e colorato, offerto per l’occasione dall’azienda Moroso. La parte superiore della mensola contiene poi un piccolo barattolo di cera profumata, utilizzata per lucidare il legno della mensola per preservarlo e donargli una gradevole fragranza da diffondere nell’ambiente della cella. E’ stato per noi un progetto fortemente stimolante e coinvolgente; ci ha messi dinnanzi una realtà per noi completamente inedita, dai contorni molto forti, e ci ha presentato una modalità completamente nuova di pensare al progetto.

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Per un progettista la scelta dei materiali rappresenta uno degli step cruciali: siamo curiosi di sapere Il materiale a cui siete maggiormente affezionati e perché… 

Difficile da dire, cerchiamo di sperimentare continuamente. Ultimamente ci siamo appassionati alle materie tradizionalmente usate nella realizzazione del mosaico: vetri in pasta, marmi, gres. Noi abbiamo fuso la tradizione aggiungendo al tutto un materiale più moderno, la resina, che abbiamo colorato per creare una serie di tappeti presentati ad Operae ad inizio mese, a Torino. Un altro tema a cui siamo fortemente legati è il tessuto, un mondo enormemente vasto e forse il primo materiale con cui ci siamo confrontati insieme due anni fa, per il progetto Acqua Alta. La collaborazione con una casa storica come Rubelli ci permette di continuare a sperimentare misurandoci con una tradizione come quella del tessuto broccato.

Progetti per il futuro?

Al momento stiamo lavorando a nuovi progetti per il prossimo anno. A gennaio verrà presentato un divano che abbiamo disegnato per Marlo&Isaure, nuovo e giovane editore di design Tunisino. Siamo al lavoro su nuovi progetti che verranno probabilmente presentati al Salone del Mobile il prossimo anno. In cantiere c’è poi un progetto iniziato durante la residenza all’American Academy a Roma la scorsa estate, che ha come tema la connessione tra la città e lo sviluppo delle più note forme di artigianato del territorio. Speriamo che anche questo progetto possa vedere la luce quanto prima.

 

(Sito Ufficiale)

Domenico Tammaro